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 Anno III n° 3 MARZO 2007    -   TERZA PAGINA


Visto per voi
La Compagnia delle Muse presenta: ATTORI
Teatro nel teatro, una interpretazione magistrale che potrà essere vista prossimamente a Gorizia
Di Serena Bertogliatti



Il titolo dello spettacolo è Attori; gli attori sono quelli de La Compagnia delle Muse, che stavolta recitano su una sceneggiatura – quella di Ken Ludwig, e che arriva direttamente dai palcoscenici di Londra e Broadway – che li costringe, in qualche modo, a rappresentare se stessi.

Attori si svolge a Buffalo – New York – nei floreali primi anni ’50.
Protagonista è una famiglia di attori, itinerante, gestita da George e Charlotte Hay, marito e moglie, padre e madre, Romeo e Giulietta, e qualsiasi altra famosa coppia che possa essere stata mostrata su di un palco.
Perché il mestiere di George (un trasformista Lorenzo Sperzaga) e Charlotte (umanissima anche nelle esasperazioni, Emanuela Soffiantini) non è solo un mestiere, ma un modo di vivere, e il confine tra realtà e finzione scenica è appena percettibile. Lo scoprirà a proprie spese Howard (pavido senza tentennamenti nella parte, Ivano Zambelli), novello fidanzato di Rosalind (scoppiettante e tenace, Nadia Zignani), prima e unica figlia della coppia protagonista. Howard che viene dalla televisione – e sia bene ricordare che siamo negli anni ’50, in cui il tubo catodico cominciava a essere alla portata di chiunque – e di mestiere fa il presentatore meteorologico.

Si apre con questo confronto tra teatro e televisione il fulcro riflessivo della commedia che, essendo tale e vertendo quindi sulla comicità, mostra uno squarcio su quali siano state le penalizzazioni della nuova tecnologia.

George e Charlotte, che vagano di paese in paese offrendo a rotazione spettacoli di repertorio (l’immancabile Cyrano de Bergerac e Vite private), fanno parte di quella fetta che è stata sacrificata con Broadway quando Hollywood e la cinepresa hanno conquistato il monopolio. Ma sono incapaci di rinunciare alla recitazione e, benché le entrate siano esigue e la vita faticosa, non rinunciano e trascinano costumi e scenografie di tappa in tappa.
Vi sarà una commedia degli equivoci, in Attori, enfatizzata dal fatto che si parla di teatro nel teatro.

La bugia è ammessa, purché sia ben costruita e gradevole al pubblico.
Sono ammessi tradimenti e litigi; tutto è ammesso, purché il teatro proceda.
Essendo impossibile scindere la sceneggiatura dalla recitazione, è altrettanto impossibile parlare della continua comicità di questo spettacolo senza rendere grazie alla bravura de La Compagnia delle Muse.

Questo gruppo di attori, che ha ricevuto quasi venti tra premi e riconoscimenti in due anni, ha quel genere d’abilità che permette a un palco di attrarre inesorabilmente occhi e orecchie del pubblico. Ogni personaggio viene caratterizzato dalla voce con le inflessioni, dai movimenti con la calcata gestualità, dalle espressioni che renderebbero riconoscibili i personaggi anche se fossero nudi.
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Accade così che, sul finire, quando la tormentata famiglia Hay si trova a recitare niente meno che per Frank Capra, e George cade dal palco svenendo, Rosalind si volti verso la platea urlando:

«C’è un dottore? Un dottore, vi prego!»
La platea non risponde, perché platea è e a teatro siamo, ma Rosalind urla disperata:
«Un dottore! Un attore si è ferito, veramente!»


E il dubbio sovviene.
L’angoscia dovuta al non sapere se sia realmente possibile distinguere finzione scenica da realtà sale a galla, e il teatro nel teatro scende tra i divanetti.

Ho voluto chiedere a Emanuela Soffiantini (Charlotte), pluripremiata attrice nella pluripremita compagnia, quanto potesse Attori essere autobiografico, quanto sia vero che il teatro è un modo d’essere e non un agire.

Me ne ha parlato mentre Nadia Zignani, energica e vitale dietro le quinte quanto sul palco, e Lorenzo Sperzaga, incredibile senza il trucco e la mimica che lo rendono trent’anni più vecchio, mi hanno permesso di curiosare veramente su quale sia la vita di un attore.
Emanuela Soffiantini mi ha parlato di come la recitazione, per la Compagnia, sia uno scopo a cui dare energie – perché benché gli spettacoli siano impegnativi, e vadano ad aggiungersi ad altri lavori, la voglia non manca.
Anzi, mi ha detto, quando ci si vuole prendere una pausa perché troppo oberati dai troppi impegni ci si rende conto che, dopo quindici giorni di relax in vacanza, in realtà si abbia voglia di provare.
Riguardo alle differenze tra realtà e finzione scenica, che Attori smussa al minimo, mi ha parlato di come la Compagnia voglia sempre rendere in qualche modo reali i personaggi, non troppo eccessivi o inverosimili anche quando si tratta con la comicità e l’ironia.
Ed è così che, a sipario calato, si sente di essere stati trascinati in prima persona nella folle ma verosimile trama.
Se l’attore impersona una bugia e sfocia nella verità, può la verità essere una bugia apprezzata per quello che è?
Tema arduo, già trattato più e più volte – a noi italiani saranno conosciute le riflessioni di Pirandello – eppure, mai sviscerato del tutto.


Lo spettacolo verrà presentato anche a Gorizia Sabato 31 Marzo 2007 presso il Cinema Teatro Kulturni Dom Via Italico Brass 20 Ore 21,00


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